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Pompei

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L'Organo del Santuario della Madonna del Rosario di Pompei

di Graziano Fronzuto [*]

PremessaLa pratica devota del Rosario risale al XV sec., introdotta dagli ordini "mendicanti" (Domenicani, Francescani, Agostiniani, Carmelitani ecc.) ma ebbe una diffusione immediata a partire dall'entusiasmo della vittoria di Lepanto (7 ottobre 1571): con la fede dell'epoca, la vittoria fu attribuita all'intercessione della Madonna, dato che gli ammiragli cristiani avevano fatto recitare il Rosario ai propri uomini durante la navigazione, come aveva raccomandato Papa Pio V (che era stato frate domenicano e particolarmente sensibile a tale devozione). Nel 1572 Pio V istituì la commemorazione della Vergine della Vittoria e nel 1573 Gregorio XIII istituì la festa del Rosario (prima domenica di ottobre, ma nel 1913 fissata da S. Pio X al 7 ottobre).A Pompei, in quella che all'epoca era aperta campagna, in una zona del tutto marginale, e dove gli scavi della città sepolta nel 79 d.C. erano ancora alquanto limitati, nacque Il Santuario dedicato, appunto, alla Madonna del Rosario, grazie alla fede ed alla devozione di Bartolo Longo (Latiano, 1841 - Pompei, 1926), avvocato, filantropo, educatore, mistico, dichiarato Beato nel 1980, che in vita si prodigò per realizzare la chiesa e le opere annesse, raccogliendo i fondi necessari, per ospitare i pellegrini e i bisognosi.Il progetto della chiesa fu stilato dall'architetto Antonio Cua, che si ispirò alle grandi basiliche del barocco napoletano (S. Spirito, SS. Annunziata a Napoli e soprattutto le Abbazie di Montecassino e di Cava dei Tirreni): i lavori iniziarono ufficialmente l'8 maggio 1876 e terminarono nel 1891. Si può notare che il Santuario fu inaugurato a 50 anni dalla nascita del suo fondatore, che morì dopo 50 anni dalla posa della prima pietra.Un radicale ampliamento fu eseguito tra il 1933 ed il 1939 quando alle 3 navate originarie fu aggiunta una vasta crociera sormontata da cupola, con ampio transetto a tre navate e grande presbiterio circondato da deambulatorio. L'interno della basilica è stato progressivamente arricchito di opere d'arte di vario stile qui giunte per donazioni od appositamente commissionate. Tra queste, posta sulla cornice dell'Altare Maggiore, spicca l'immagine della Madonna del Rosario tra S. Domenico e Santa Caterina, risalente al XVII sec. ed attribuita alla scuola di Luca Giordano. Il Santuario, che ha titolo di Basilica Pontificia, è retto da un Delegato Pontificio coadiuvato da un Consiglio di Amministrazione mentre L'Istituto è affidato all'ordine religioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane.L'Organo da Inzoli a Mascioni (1890 - 1986)Ho suonato per la prima volta questo poderoso strumento il 15 settembre 1987. In tale occasione fui accompagnato in cantoria da fra' Nicolino Sicignano (1907-1990, storico organista del Santuario, allievo di Padre Raffaele Manari a Roma negli anni attorno al 1930), che mi raccontò in modo puntuale la storia dello strumento. Nel riportare fedelmente la sua testimonianza, desidero porgere un commosso ringraziamento ed un sincero omaggio alla sua memoria.L'organo della Basilica fu ordinato espressamente da Bartolo Longo all'organaro Pacifico Inzoli di Crema; la cantoria e la ricchissima cassa d'organo furono disegnate nel 1885 dall'architetto Giovanni Rispoli e l'organo fu solennemente inaugurato l'8 maggio 1890. L'intonazione era molto curata e il suono era molto bello, sia negli effetti di "solo" che di "ripieno". C'era una particolare meccanismo tra II e III manuale: i registri erano gli stessi ma si poteva suonare l'accompagnamento sul II e la melodia sul III, e la cosa era molto utile, per esempio nei Corali di César Franck.
In occasione dell'ampliamento della basilica del 1935, fu eseguita una revisione generale per opera della ditta E. F. Walcker di Ludwigsburg, che aveva allora grande fama in Italia per aver lavorato in San Pietro a Roma ed a Benevento, ma dopo tale intervento l'organo aveva cambiato intonazione e "parlava tedesco".Dopo la guerra, riparati i danni subiti dalla chiesa, si pensò ad un nuovo organo e si diede l'incarico a Mascioni, con progetto stilato da Fernando Germani. Quest'ultimo aveva espressamente previsto un grande corpo in cupola, e l'intero organo doveva essere governato da una consolle a 5 tastiere, da collocare nella navata. Ma Vincenzo Mascioni, dati gli altissimi costi (per l'epoca) di una consolle mobile a 5 tastiere, propose di realizzare la consolle fissa in cantoria con sole tre tastiere; i corpi in cupola sarebbero stati quindi controllati dal II Manuale e dal III Manuale, con sezioni di registri separate dai registri collocati nel corpo in cantoria. Ma anche così la consolle ha occupato tanto spazio, mentre prima era attaccata alla cassa e di spazio ne occupava molto meno. Mascioni realizzò lo strumento nel 1949, e dell'organo di Inzoli rimasero le sole canne di facciata, che però non suonano. Anche la cassa è risultata sporgente di circa 1/3 in più rispetto a prima.Circa il materiale fonico del vecchio strumento, è da notare che nella cappella interna dell'Istituto "Bartolo Longo" (di fronte al Santuario) è conservato un grande organo a due manuali e pedaliera, con mostra realizzata con finte canne in legno dipinto, composto integralmente da materiale Inzoli: tratterebbesi di quanto resta di quest'organo, tutto sommato quasi completo ad eccezione delle ancie 16 e 4.
L'inaugurazione ufficiale avvenne con un concerto di Ferruccio Vignanelli il 13 novembre 1952 ed in seguito vi sono stati tanti altri concerti, in genere al primo sabato di ciascun mese. L'organo, contraddistinto dal numero d'Opus 650, è rimasto invariato fino al 1971, quando i numerosi registri ad ancia del Corpo in Cupola furono tutti sostituiti a causa delle difficoltà di raggiungerli per effettuarne l'accordatura. Nel Febbraio del 1986, Mascioni ha effettuato una revisione generale.Gli anni recentiNegli anni successivi, l'organo è stato oggetto di varia utilizzazione, anche con la registrazione di alcuni dischi e come sede di corsi di perfezionamento tenuti da Arturo Sacchetti. È stata anche realizzata una serie di accessori elettronici alla trasmissione (combinazioni e memorie) e attualmente si parla di effettuare una revisione generale. Tutto ciò è stato oggetto di commenti non sempre unanimi nel mondo organistico, e ciò dispiace perché si è spesso perduto di vista il fatto che si tratta di un organo di ottima fattura e con l'indelebile impronta di Fernando Germani (pur se in parte blandita dalla sostituzione delle ancie che caratterizzavano il corpo in cupola). [Nel corso dell'anno 2016 la ditta "Mascioni" stessa ha effettuato un ulteriore intervento di revisione generale, ndr]. Infine, non va taciuto che nel 1993 fu acquistato un organo elettronico, collocato nei pressi della crociera, per la normale pratica liturgica. Lo strumento è suddiviso in due corpi: uno principale in cantoria sopra il portale maggiore, l'altro (con funzioni di Solo e di Eco), nel tamburo della cupola del santuario.
La mostra di cantoria (originale dello strumento di Inzoli) è a tre cuspidi su base 16' incorniciate da archi a pieno centro in vasta cassa a “serliana napoletana” riccamente decorata e intagliata; la canne in cupola, invece, sono riunite a diversi gruppi a cuspide unica.
La consolle (tre tastiere di 61 tasti, pedaliera di 32 note) è a mobile indipendente collocato sopra la cantoria davanti al corpo principale dell'organo ed è dotata dei seguenti accessori: 6 combinazioni fisse generali a pistoncino; 6 combinazioni libere generali a pistoncino richiamabili con pedaletti; 6 combinazioni libere particolari a pistoncino per ogni tastiera e per la pedaliera; pistoncini e pedaletti di richiamo delle unioni di 8'; staffa crescendo generale; staffa espressione I manuale; staffa espressione III manuale; pedaletti di richiamo per i ripieni di ciascun manuale; pedaletti di richiamo per Ance e Tutti.

[*] articolo tratto dalla pagina internet www.organcompendium.info/organi/italia32.html per cortese concessione di Federico Borsari

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